venerdì 25 gennaio 2008

Petra, quanto mi manchi!!!-parte prima


Credo che a poche persone sia capitato di andare ad Amman, Giordania, tre volte in cinque anni ed essere riusciti a non visitare Petra.
A me è successo.
La prima volta, nel 2001, molto probabilmente non sarebbe stato possibile in quanto pernottammo una sola notte ad Amman, presso l'Istituto Italo-Giordano. Dico pernottammo in quanto il mio gruppo era composto da 5 archeologi ed da me, fotografa, e la nostra destinazione era Bagdad verso cui proseguimmio a bordo di 2 enormi gipponi.

1200 kilometri di deserto su strade piuttosto buone .
Due soste, la prima al punto di controllo giordano, la seconda a quello iraqueno distanti poco più di due kilometri l'uno dall'altro.
Registrazione sui nostri passaporti dei computers e delle macchine fotografiche ( io avevo le mie due: la mitica Mamya RB76 e la Nikon che da sole mi occupavano un trolley da cabina).

Lo scopo del nostro viaggio era duplice: una parte degli archeologi aveva il compito di riorganizzare le case che avevamo sia a Bagdad che sullo scavo, distante 60 km. , per essere in grado di riprendere gli scavi, interrotti nel 1991 all'epoca della guerra del Golfo.
Il secondo gruppo, composto da un archeologo e dalla sottoscritta era legato al progetto B.RI.L.A.
Questo acronimo sta per Bureau for Recovering and Investigation Iraqi Looted Antiquies (si può visitare il sito legato a questo progetto, molto ben illustrato).
In poche parole mancavano all'appello almeno 3500 reperti rubati, spariti o semplicemente dislocati in altri musei del paese. La loro sparizione non era però legata all'evento bellico.

Il mio compito consisteva nello stampare i negativi degli oggetti mancanti, foto che venivano poi scannerizzate e inviate in Italia ad una sezione dei carabinieri e all'Interpol per controllare se questi reperti erano apparsi nei circuiti del mercato clandestino.
E in un mese ne ho stampata una valanga, in condizioni non sempre ottimali, spesso al freddo ( a Bagdad a febbraio fa abbastanza frescolino) con un ingranditore fermo da almeno 15 anni e mezzo arrugginito.

Ma la cosa più bella, come al solito, dopo il lavoro, era andare al suq, ritrovare i vecchi rivenditori nel suq del rame che, dopo 25 anni si ricordavano ancora di me. e acquistare tante deliziosi oggetti che mi facevano sbavare come una lumaca.
Quando ho dovuto far entrare tutto nella valigia, non sbavavo più, ma mi venivano solo sudori freddi.

Finito il lavoro, e posso assicurare che bisognare veramente darsi da fare perchè i tempi erano stetti, la data della partenza si avvicinava e tutto doveva essere finito e consegnato alle autorità competenti, abbiamo ripreso la strada del ritorno sempre via terra.
Petra era un nome che mi accarezzava le orecchie, ma non era ancora un rimpianto.
La foto che orna questo post è stata scattata nell'albergo di Amman dove abbiamo soggiornato nel 2005, ed è un pannello di terracotta sistuato nella sala da pranzo.

5 commenti:

Vale ha detto...

Indimenticabili le serate passate ad aprire quelle meravigliose valige contenenti ogni sorta di oggetto. Ti passavamo a prendere in aeroporto, chiacchiere su chiacchiere per tutto il tragitto, non si cenava neanche.
L'unica cosa che importava era aprire la valigiona e tirare fuori tappeti, monili, bicchieri, spezie. Appena aperta, si sentiva il profumo d'oriente pervadere tutto e gli occhi si immergevano nella danza dei colori rossi, oro, blu di tutte queste cose comprate con tanto tanto amore.

Anonimo ha detto...

ricordo anche io quelle volte che siamo andate a dormire alle tre di notte.
Sembrava la valigia di Mary Poppins

Unknown ha detto...

Cosi' tante cose che stai arredando altre due case....
Questi oggetti oltre a essere meravigliosi portano sempre un po la tua presenza in ogni casa :-)

Being Simone

Anonimo ha detto...

Cara Mammazan ricordo ancora quel magnifico sugo che ci preparasti con pochi ingredienti in una caldissima giornata di agosto, tanto apprezzato dopo settimane di caprone e melanzane. Eravamo a Bagir (Turkmenistan) era il 2001 e tu arrivasti per fotografare il "testone". Non ti ho mai ringraziato abbastanza.
Un saluto affettuoso
Claudio

Anonimo ha detto...

Caro Claudio
che sorpresa! io non ricordavo più il sugo ma ricordo ancora te e con grande piacere.
Finito Petra toccherà alche al Turkmenistan.
A proposito di sughi e cucina va sull'altro mio blog, a tavola con Mammazan: vedrai ti leccherai i baffi.
Un affettuoso saluto.
Grazia